10 Giorni di Ronald ed Edith – Tolkien e la sua storia d’amore – Giorno 8: “Saltare il fosso”

[…] Edith temeva che suo “zio” Jessop, nella casa del quale tuttora viveva, avrebbe potuto risentirsi, poiché come molte persone della sua età e del suo ceto era rigorosamente anticattolico.

Le avrebbe consentito di vivere ancora sotto il suo tetto fino al momento del matrimonio, se lei avesse saltato il fosso? Si trattava di una situazione delicata, ed Edith suggerì di rimandare ogni decisione al momento in cui si sarebbero fidanzati ufficialmente, o addirittura fino al momento del matrimonio.

Ma Ronald non voleva saperne. Pretendeva che ella agisse in fretta; disprezzava infatti la Chiesa d’Inghilterra, che definiva “un patetico e confuso miscuglio di tradizioni ricordate a metà e di credenze mutilate”.

Se anche Edith fosse stata perseguitata per la sua decisione di diventare cattolicam che cosa c’era di strano? Era capitata la stessa cosa alla sua cara madre, e lei aveva resistito.

Credo intimamente, scrisse a Edith, che nessuna mancanza di coraggio e nessun timore mondano debbano distoglierci dal seguire con dirittura la Luce

(lui a sua volta, aveva ripreso a frequentare regolarmente i Sacramenti, e forse aveva deciso di dimenticare le sue mancanze degli anni precedenti).

Il fatto che Edith dovesse convertirsi al cattolicesimo aveva per lui un forte significato emotivo; forse, anche se non lo avrebbe mai ammesso, lo considerava una riprova dell’amore di lei dopo la mancanza di fedeltà dovuta al fidanzamento con George Field.

Così Edith fece quello che lui desiderava: comunicò agli Jessop la sua decisione di diventare cattolica; e lo “zio” reagì esattamente come lei aveva temuto, ingiungendole di lasciare la sua casa non appena avesse trovato un’altra sistemazione.

Humphrey Carpenter, “J.R.R. Tolkien. A Biography”. Cap. 6, Riuniti, pag. 100-106

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