Pronuncia Elfica: le consonanti C-CH-DH-G

Pronuncia Elfica: le consonanti C-CH-DH-G

Parliamo di “pronuncia elfica”. Questa rubrica tratterà nomi (comuni e di persona) e lettere (chiamate Tengwar) della lingua Elfica Tolkeniana, con l’intento di fornire una dettagliata descrizione di consonanti e vocali per un approccio ed una chiave di lettura semplificata dei romanzi di Tolkien. Segue un approfondimento riguardo la scrittura. Le informazioni sono tratte dai testi ufficiali o da fonti accreditate.

Diamo uno sguardo alle consonanti maggiormente utilizzate e alla loro pronuncia:

C              

ha sempre il suono di k, mai di s; pertanto Celeborn si pronuncierà “Keleborn” e mai “Seleborn”. Alcuni casi particolari sono Tulkas Kementari,per i quali viene spesso adottata una grafia a sé. (C non ha mai il suono dolce di Celeborn, per la lingua italiana).

CH

ha sempre il suono ch, come lo scozzese loch o del tedesco Buch, mai quello di ch dell’inglese church. Esempio:  Carcharoth (carcaroth) ed Erchamion (ercamion)

DH         

viene sempre usato per rappresentare la pronuncia “morbida” del “th” inglese, quello di then e non quello di thin. Esempio: Maedhros, Aredhel e Haudh-en-Arwen.

G            

ha sempre il suono inglese della di get (pron. ghet);  pertanto, Region ed Eregion non si pronunciano con

la g “morbida” di region in inglese bensì Reghion ed Ereghion; la parola Ginglith si pronuncerà Ghinglith.

Le consonanti doppie vanno pronunciate lunghe:

Yavanna avrà la n lunga di unnamed e penknife inglese, non la breve di penny o unaimed.

tratto da: “Il Silmarillion, note sulla pronuncia, pag.549

Tengwar: la scrittura Elfica

Sebbene nell’Uso Generale alcune Tengwar sembrino avere proprietà vocaliche, di solito si rappresentano con le Tengwar solo le consonanti. Le modificazioni consonantiche, così come le vocali, sono rappresentate con segni diacritici – tehtar. La Figura 1 è un riassunto dei valori fonetici delle Tengwar in ciascuna delle variazioni del modo. I valori sonori sono dati in accordo con l’ International Phonetic Alphabet.

Figura 1 – Le Tengwar

Modificazioni delle Consonanti

Nell’Uso Generale, i tehtar sono usati per indicare se le consonanti sono lunghe oppure doppie, se sono precedute da una nasale omorganica (nasalizzate), se sono seguite da w (labializzate), oppure se sono seguite da  s.

  Consonanti Lunghe o Doppie. La maggior parte degli esempi dell’Uso Generale segue la convenzione descritta in AppE, dove una consonante lunga o doppia viene indicata ponendo una linea orizzontale sotto alla tengwa (o nel caso di  lambe, al suo interno). Se la consonante è una nasale (n oppure m), la linea può essere opzionalmente messa sopra alla tengwa (cfr. più sotto le Consonanti Nasalizzate). Nei documenti in Antico Inglese (DTS 50 e 51), vengono invece usate due linee diagonali parallele.

  Consonanti Nasalizzate. Afferma l’ AppE, “una barra (o un segno come il  circonflesso spagnolo) posta sopra una consonante era spesso usata per indicare che questa era preceduta dalla nasale della stessa serie (come in ntmp, o nk)” La nasalizzazione tehta è ben attesta nell’Uso Generale. Se posta sulle nasali  n o m , poteva anche essere intesa indicare una consonante doppia dato che avrebbe segnato la nasale come preceduta dalla stessa nasale, di fatti raddoppiandola.

  Consonanti Labializzate. Una w seguente, nei linguaggi dove questo avviene, viene scritta con una “u-uncinata modificata” come alluso in AppE.

  Seguente s. Una s seguente è indicata da un uncino che si protende dalla tengwa, di solito attaccato al suo arco più a destra. L’uncino può anche essere scritto come un tratto che si intreccia, come mostrato in figura.

Fonte: Ardalambion.Immaginario.Net

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